Il bisogno di avere radici è forse il più importante e il meno conosciuto dell’anima umana. L’essere umano ha le sue radici nella concreta partecipazione alla vita della comunità che conservi vivi certi tesori del passato e certi presentimenti dell’avvenire. (Simone Weil, 1943)

Uno degli obiettivi principali de “le compagnie malviste”  è promuovere l’inclusione generazionale: i laboratori infatti sono aperti a tutte le età.Con gli anni si sono sviluppati molti progetti in cui sono stati coinvolti non sono solo gli anziani, ma anche bambini e ragazzi, genitori, che assieme giocano al loro fianco per realizzare un teatro di società dove tutti si sentono protagonisti(ma non divi!)

 

Fin dai primi laboratori di teatro nei quartiere milanesi “le compagnie malviste” sperimentano inediti percorsi intergenerazionali. Nel 2006 dopo la restituzione scenica di un percorso teatrale denominato Frammenti di memorie, con circa trenta partecipanti anziani di un centro diurno comunale che hanno collaborato come attori, ma anche come autori con aneddoti autobiografici, è nata l’idea di rivolgersi ad un istituto scolastico locale per proporre una replica gratuita. La proposta è stata accolta con entusiasmo delle insegnanti per il fatto di poter affiancare la trasmissione orale allo studio della storia sui libri. La messa in scena è stato un incontro inaspettato: centinaia di alunni e una ventina di attori dai capelli bianchi si sono fusi in un grande abbraccio che ha unito la platea e il palcoscenico in un unico monolite forte e necessario.
Alla fine della rappresentazione le maestre hanno chiesto ai piccoli spettatori: «Allora, sono stati bravi i nonni?» Prontamente gli alunni hanno risposto: «Ma loro non sono nonni, sono attori!»

L’esperienza di portare cittadini adulti e anziani nelle scuole è continuata con altri gruppi in altri quartieri. BiancaRossaNera, rivisitazione della fiaba “Biancaneve” dei fratelli Grimm e il frutto di un laboratorio teatrale di quartiere con alcune decine di cittadini, dal 2012 ad oggi ha avuto quasi 30 repliche con circa 5000 spettatori. Inoltre la caratteristica di questa operazione è che non ci sono solo attori/autori anziani, ma anche alcuni bambini del quartiere, che recitano assieme a loro.

Natalia, 10 anni, afferma: «Mi piace venire tutti i martedì al laboratorio perché mi piace il teatro e mi piace stare con tutti gli attori dello spettacolo»

Stefania, 8 anni «Non vedo l’ora di diventare anziana anch’io, per stare assieme ai miei amici per divertirmi»

Oltre agli spettacoli si sono attivati laboratori teatrali che hanno attivato congiuntamente studenti e anziani. Viaggio senza valigia, Ciumbia e La storia siamo noi sono tre percorsi teatraliche hanno coinvolto cittadini adulti/anziani del quartiere di “Quarto Cagnino” con gli alunni della scuola secondaria del territorio. Significativa a tal riguardo è la testimonianza di Irma (80 anni): «Quando ho accettato di fare il laboratorio teatrale che coinvolgeva oltre che i miei coetanei anche un gruppo di ragazzi della scuola media di quartiere, ero titubante. Ma adesso, quando vado a fare la spesa, mi capita di incontrare i ragazzi che escono da scuola. I ragazzi mi riconoscono, mi salutano per nome e facciamo un po’ di strada assieme. Quando mi capita questo, mi cambia la giornata»

E così da un teatro con adulti e anziani, coinvolgendo le scuole e le università presenti sul territorio di ogni ordine e grado, si è approdati ad un teatro di società che coinvolge tutte le generazioni.

Incontri che permetto ai giovani di osservare con occhi nuovi la terza e quarta età e di scoprire lati e desideri comuni. Dall’altra parte gli anziani ritrovano un ruolo attivo all’interno della propria comunità «poiché è colui che non solo conosce la storia, ma ne ha vissuto un arco più lungo rispetto agli altri. Poiché il sapere è prevalentemente esperienza» afferma Vittorino Andreoli in uno dei suoi libri.

I laboratori delle Compagnie Malviste utilizzano la cultura come ingrediente per favorire e promuovere socializzazione e aggregazione e per rispondere ad un bisogno dettato dall’aumento dell’età media determinato da un incremento della qualità della vita nel mondo occidentale. Questa evidenza è diventata un’emergenza a cui molti paesi non riescono a fare fronte, in quanto gli indici di solitudine e abbandono delle persone anziane sono esponenziali e in più c’è un costante aumento delle malattie degenerative e invalidanti, come la patologia di Alzheimer.

Le Compagnie Malviste dal 2009 hanno maturato una pratica denominata “Teatro Fragile-Maneggiare con cura” pensata per dare risposta al bisogno di uscire dall’isolamento, trovare sollievo e godere della miglior qualità di vita possibile; da anni, infatti, con interventi psicosociali di tipo artistico, coinvolgono persone con patologia di Alzheimer e demenze similari all’interno di gruppi aperti ai familiari, caregiver, volontari e studenti di ogni ordine e grado. Anche in questo caso il coinvolgimento degli istituti scolastici è stata una risposta al tentativo di diffondere una nuova cultura della malattia: inclusiva e visionaria, perché, proseguendo con le parole di Vittorino Andreoli, «dobbiamo guardare alla vecchiaia superando i concetti di salute e malattia, ripartendo dalla forza e dalla saggezza dell’ultima età per ricostruire il legame tra le generazioni».

Per alcune stagioni presso l’università Cattolica, una decina circa di persone affette da patologia di Alzheimer hanno preso a frequentare l’ateneo. L’occasione è stata quella di una serie di incontri con una quarantina di studenti del corso universitario di Servizi Sociali.

Dal 2015 il progetto Generazioni Senza Confini ha coinvolto scuole primarie e secondarie del capoluogo lombardo. Un laboratorio teatrale che coinvolge giovani studenti assieme ad una quindicina di persone affetta da decadimento cognitivo e demenze similari.

Insalata matta

Laboratorio intergenerazionale attivo a Serina (Bergamo) dal 2007 al 2013 ha generato una serie di azioni teatrali che hanno coinvolto centinaia di spettatori di tutte le età. Un processo artistico e creativo che per 7 estati consecutive ha coinvolto centinaia di villeggianti e abitanti della cittadina dell’alta Val Brembana.

Attività realizzate con il sostegno economico dell’amministrazione comunale e della Proloco locale.

Residenze teatrali

L’intergenerazionalità nelle residenze artistiche è uno dei tratti salienti delle ultime edizioni. Partito come un progetto dedicato solo ad adulti ed anziani, ha cambia pelle e ora è fucina di incontri generazionali.

Il lavoro è anche una affare di cuore

Un altro esempio è lo spettacolo “Il lavoro è (anche) una questione di cuore”, che ha debuttato nel 2015, creato e realizzato coinvolgendo attivamente attori ultra ottantenni. E’ uno spettacolo teatrale pensato per gli studenti che stanno chiudendo il loro ciclo di studi e i disoccupati in cerca di lavoro: insomma, un atlante applicato con mappe e itinerari per inventare, trovare, cercare, sognare un lavoro.

 

 

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