Il periodo della pandemia da Covid19 ci ha costretti a stare a casa, a ripensare alla cultura, a come fruirla e a come vivere gli spazi pubblici.
Le Compagnie Malviste non si sono volute fermare, nemmeno durante il primo lockdown, perché parte di una comunità attenta alle fragilità, all’educazione dei giovani, ai territori periferici che non potevano essere lasciati soli. Da subito l’online è diventato il nuovo luogo di scambio, condivisione e creazione.
Nel corso del 2020/2021 sono state avviate diverse attività, per lo più in modalità remota (2020). Tra queste spicca il progetto Smart Social Welfare, sostenuto in parte da Fondazione di Comunità Milano, attraverso il quale sono stati attivati servizi di sostegno a distanza per far fronte all’emergenza sanitaria e relazionale in atto.
Il progetto ha favorito l’incremento di servizi di prossimità, sostenendo, promuovendo e, se necessario, implementando i servizi offerti dalle istituzioni, come la consegna di spesa o medicinali, le pulizie.
Si è favorito il sostegno a distanza di adulti e anziani con l’utilizzo dei social, della telefonia e della corrispondenza cartacea, promuovendo buone pratiche culturali individuali e collettive, con l’obiettivo di generare attività che hanno stimolato le persone a prendersi cura di sé e ad attivarsi attraverso esercizi, giochi, consegne e suggestioni per continuare a condividere passioni, abilità, talenti e in questo caso anche la paura e la sofferenza per la situazione, data dall’emergenza sanitaria mondiale, che ha colpito tutti con lutti, segregazione e isolamento.
Un’iniziativa che ha coinvolto nel corso del 2020 anziani e studenti di alcune scuole della città di Milano è stata la realizzazione di una folk band nel web realizzata in occasione della giornata giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Durante il mese di dicembre 2020 e in particolare in occasione delle feste di fine anno si sono organizzate una serie di attività online come un concerto di musica e ballo, diversi laboratori di danza e movimento, tombolate che hanno coinvolto anche due RSA, con il sostegno di Fondazione Cariplo.
Anche nel 2021 si è continuato a proporre attività in remoto: un drammaturgo ha condotto diversi laboratori di scrittura autobiografica online con l’obiettivo di comporre una drammaturgia di comunità utile a una messa in scena; un laboratorio teatrale, che ha coinvolto circa 20 anziani/adulti e si è concluso con la realizzazione di uno spettacolo partecipato da tutti, su una piattaforma digitale.
Sia nel 2020 che nel 2021 state poi allestite mostre fotografiche nelle attività commerciali e presso strutture di cura (come ospedali, Rsa, camera del lavoro, scuole ecc). È stata data alle persone la possibilità di fruire della bellezza dell’arte anche quando tutti i luoghi della cultura (musei, gallerie ecc.) erano chiusi. Per approfondire le mostre, sono stati organizzati anche talk online su diversi temi, come la lotta alla violenza contro le donne.
Con le persone affette da Alzheimer e demenze similari, caregiver, assistenti e familiari si sono realizzati tra il 2020 e il 2021 decine e decine di incontri online settimanali: laboratori di teatro che hanno coinvolto persone fragili e che hanno portato alla realizzazione di performance online, condivise sui diversi canali social. Questa iniziative hanno coinvolto attori, musicisti, danzatori, scrittori, oltre ad un personale esperto nell’utilizzo dei mezzi digitali.
Attraverso l’uso del web le persone hanno potuto usufruire di iniziative di partecipazione, un rimedio importante alla crisi relazionale e sociale, nata nel periodo di emergenza sanitaria.
È stato fondamentale lavorare con le persone per riscoprire la capacità di rimanere connessi con gli altri anche stando chiusi in casa. Un’opportunità per i beneficiari, che hanno potuto continuare a sviluppare la propria creatività.
Le persone sono state inoltre stimolate a utilizzare strumenti tecnologici, che fino a qualche tempo prima percepivano come mezzi lontani, mentre ora sono diventati un’occasione per condividere la propria quotidianità e rimanere connessi.
Queste progettualità, anche se non hanno potuto sostituire la presenza, hanno permesso il mantenimento del senso di appartenenza a una comunità ampia ed eterogenea.